Punto di infiammabilità
Il punto di infiammabilità è utilizzato in Germania da oltre 130 anni per considerazioni relative alla sicurezza (1882: Regolamento sulla vendita commerciale e la messa in vendita di petrolio del 24 febbraio 1882, Bollettino ufficiale del Reich (RGBl.) n. 7, pagine 40-41).
“Il punto di infiammabilità di un liquido combustibile è la temperatura minima alla quale in un vaso chiuso (…), dal liquido da esaminare e a determinate condizioni, si sviluppano vapori in quantità tale da formare nel vaso una miscela vapore/aria infiammabile tramite innesco esterno.”
Oggi il punto di infiammabilità è determinante per la classificazione e l’etichettatura come sostanza pericolosa, in particolare secondo il Regolamento sulla sicurezza sul lavoro (BetrSichV).
I punti di infiammabilità non sono una costante fisico-chimica della sostanza in esame. Essi dipendono dalle dimensioni dell’apparecchiatura di prova utilizzata, dalle sue condizioni e dall’esecuzione. Pertanto, il punto di infiammabilità si applica strettamente solo in relazione alla norma pertinente e non possono essere dimostrate correlazioni valide tra i risultati dei diversi metodi di determinazione del punto di infiammabilità o con dispositivi di prova diversi da quelli prescritti dalla norma.
Per la determinazione si utilizzano diversi strumenti e metodi:
Metodo rapido all’equilibrio in vaso chiuso (EN ISO 3679:2015)
L’oggetto di prova viene riscaldato nel vaso chiuso (cavità in un blocco di alluminio) mediante un dispositivo di riscaldamento elettrico posto sotto di esso. Il vaso viene riscaldato a una temperatura predeterminata e mantenuto a tale temperatura per un tempo stabilito (ad esempio 60 o 120 secondi). Si tenta quindi di accendere la miscela vapore/aria con una sorgente d’accensione (fiamma) introdotta attraverso un foro nel coperchio. La temperatura a partire dalla quale si osserva l’accensione sulla superficie del liquido è denominata punto di infiammabilità. La determinazione del punto di infiammabilità con il tester rapido viene effettuata in un intervallo di temperatura da -30°C a 300°C.
Metodo di Pensky-Martens a vaso chiuso (EN ISO 2719:2016)
Riscaldare l’oggetto di prova in un vaso chiuso con l’ausilio di un forno elettrico a bagno d’aria (con spazio per l’aria tra il forno e il vaso) e mescolare continuamente. Mentre si aumenta lentamente la temperatura, a intervalli di tempo prestabiliti si tenta di accendere la miscela vapore/aria con una sorgente di accensione (fiamma) che viene introdotta attraverso un foro del coperchio. La temperatura a partire dalla quale si osserva l’accensione sulla superficie del liquido è denominata punto di infiammabilità. La determinazione del punto di infiammabilità secondo il metodo Pensky-Martens è applicabile in un intervallo di temperatura compreso tra 40°C e 370°C.
Metodo Abel a vaso chiuso (EN ISO 13736:2013)
Riscaldare l’oggetto di prova in un vaso chiuso con l’ausilio di un forno elettrico a bagno d’aria (con spazio per l’aria tra il forno e il vaso) e mescolare continuamente. Mentre la temperatura viene aumentata lentamente, si cerca di accendere la miscela vapore/aria ad intervalli prestabiliti con una sorgente di accensione (fiamma) introdotta attraverso un foro nel coperchio. La temperatura a partire dalla quale si osserva l’accensione sulla superficie del liquido è denominata punto di infiammabilità. La determinazione del punto di infiammabilità secondo il metodo Abel è applicabile in un intervallo di temperatura da -30°C a +70°C.
In tutti i casi, il punto di infiammabilità misurato deve essere corretto alla pressione standard di 1013 hPa. A tal fine si utilizza la seguente formula:
Flp. = C + 0,025 x (1013 – p)
con
Flp. = punto di infiammabilità corretto in °C
C = punto di infiammabilità misurato in °C
p = pressione dell’aria in mbar
Il punto di infiammabilità corretto in base alla pressione atmosferica viene arrotondato per difetto con una precisione di 0,5°C. Questo punto di infiammabilità è utilizzato per la classificazione della sostanza secondo le direttive vigenti [1], [2], [3]. Inoltre, la temperatura di manipolazione sicura in un’azienda può essere stimata:
– per i liquidi puri non alogenati, 5 K al di sotto del punto di infiammabilità,
– nel caso di miscele di solventi senza componente alogenata, 15 K al di sotto del punto di infiammabilità.
Saremo lieti di assistervi nella determinazione dei punti di infiammabilità e nella valutazione dei risultati relativi al vostro procedimento. Contattateci.
Fonti
[1] Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals (GHS) / Regulation on Classification, Labelling and Packaging of Substances and Mixtures (CLP) / Regolamento CE 1272/2008
[2] Direttiva ONU sui trasporti: UN Recommendations on the Transport of Dangerous Goods: Manual of Tests and Criteria, Rev. 7 (2019) e UN-Model Regulations, Rev. 21 (2019)
[3] Direttiva 67/548/CEE „Direttiva sulle sostanze“